Gareggiare è davvero importante per trovare le sensazioni della corsa?
La corsa è uno sport meraviglioso che assume contorni quasi spirituali una volta portata nel mondo outdoor. Senso di libertà, pace con se stessi, una sorta di viaggio in una ”dimensione parallela”. La domanda che sorge spontanea è se per vivere queste cose sia necessario iscriversi ad una gara. Il pettorale è fondamentale?
E’ tutto relativo, come sempre.
La risposta, che può sembrare politically correct, è dipende. Ognuno di noi ha il suo vissuto, un carattere diverso e necessità diverse. In verità, per vivere appieno le sensazioni che il trail può regalarci, volendo essere analitici sarebbe meglio non gareggiare. Soli con noi stessi in mezzo al mondo potremmo trovare la purezza del contatto uomo-natura, senza interferenze, ansie da tempo, senza confronto con nessun altro.
E’ altrettanto vero che la ”gara” offre la possibilità di condividere tutto con altre persone, incontrare amici, conoscere nuove persone e promuovere iniziative. Si può dire che sia un esperimento riuscito di comunità, perlomeno nel trail dove per ora diminuisce l’agonismo spinto ed aumentano fair play e senso di unione.
La gara può benissimo essere zen.
Chi scrive, per carattere e vissuto, sente il bisogno di partecipare ad X manifestazioni l’anno (alla fine sono sempre un pò più di quelle previste ad inizio stagione). Ciò mi permette di porre un obbiettivo, di programmare un piano di allenamento ed ammetto di usare la competizione come anti stress e come confronto con me stesso. Inoltre, spesso iscriversi ad una gara fuori regione permette di approfittare per fare una breve vacanzina che fa staccare un pò dalla quotidianità e ci ricarica di energie. Endorfine ed adrenalina sono comunque importanti!
L’allenamento solitario è un’esperienza zen. Il percorso che può portare alla rinuncia alle gare per la pura ricerca di qualcosa di puro ed interiore va fatto al momento giusto, che non per tutti coincide e non per forza arriva. C’è chi non ha mai amato le gare e chi le farà per sempre. Si può decidere di correre solo per la sensazione, a patto che sia una scelta consapevole. Seguire la ”retta via” senza crederci porta via energie psichiche e basta.
Sicuramente non è necessario avere un pettorale per far parte di questo mondo. Una traversata in autonomia tra i monti può essere più ”competitiva” ed estrema di una gara con indicazioni e ristori. Inoltre, un’esperienza del genere darà anche più contatto uomo-natura rispetto ad un normale trail.
Il mio consiglio è quello di cercare comunque in ogni corsa, dal più breve allenamento alla gara Ultra, qualcosa in sè stessi e la pace che questa pratica sportiva può regalarci, la purezza dell’animo si può trovare tanto in gara quanto in allenamento. La connessione con la natura ed il divertimento sono sempre dietro l’angolo, basta essere disposti ad accoglierli! La vera ”gara” è con noi stessi.
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