INTRODUZIONE
Finalmente ci siamo, Courmayeur Mont-Blanc Skyrace K2000 – la mia prima Skyrace Alpina – nata dall’intuizione geniale dell’organizzazione di far arrampicare 400 persone fino a Punta Helbronner, arrivo della spettacolare funivia SkyWay, a 3450mt di altezza – 2200mt piu sopra, passando per un sentiero dalla pendenza improba.
Si parte alle 7.30 di Sabato mattina, le condizioni meteo sono eccezionali, in paese a Courmayeur ci sono circa 16° si sta abbastanza bene (considerato che mi sono svegliato alle 2 di notte in Riviera e ce n’erano 32).
La macchina organizzativa si muove in maniera impeccabile come un meccanismo perfetto, ritiro pettorale e pacco gara efficientissimo, applicazione dell’adesivo con numero di pettorale sul casco da alpinismo, necessario per la seconda parte di gara e consegna di quest’ultimo ai volontari e siamo già in linea per lo sparo!
SI PARTE!
Alla partenza siamo circa 330 – proveniente da un’infinità di nazioni diverse, per lo più Italiani e Francesi – l’emozione c’è, eccome, è la mia prima Skyrace e Courmayeur potrebbe benissimo essere definita come la capitale italiana del trail running, punto di partenza di gare come il TOR, il GTC e punto di passaggio dell’ UTMB. Io mi scaldo un po’ prima della partenza e questo mi obbliga a sistemarmi in coda al gruppo, poco male tanto non ho alcuna velleità di classifica, l’obbiettivo di oggi è arrivare in cima col sorriso godendomi questa giornata strepitosa!
Si parte, dopo le prime centinaia di metri usciamo subito dall’abitato di Courma e ci spostiamo su una sterrata saliscendi che costeggia il fiume e attraversa una cava di pietra, per poi proseguire in direzione di Entreves per un totale di circa 3,5km – ad essere onesti un po’ bruttini, anche senza il -ini… ma il bello viene adesso, la strada carrozzabile lascia il posto al sentiero e il sali-scendi lascia il posto al sali e basta.
INIZIA LA SALITA
La prima parte di salita si sviluppa a tornanti di gradoni costruiti di tronchi nel sottobosco, gli alberi comunque sono abbastanza radi e quindi il sole inizia subito a farsi sentire con tutta la sua violenza, affannato dallo sforzo della salita il caldo arriva prepotente, inizio a sudare come uno straccio strizzato, ad ogni passo cadono dal mio naso 4/5 gocce di sudore – gli occhiali da sole sono coperti di gocce e sono costretto a toglierli, decido che non è il caso di disidratarsi già dopo 4km quindi inizio a bere come un cammello senza razionare né il mezzo litro di sali, né il mezzo litro d’acqua.
Usciti dal bosco la situazione calura peggiora ulteriormente, se possibile, ora che non ci sono nemmeno più quei pochi alberi a dare sollievo. La salita prosegue in un pratone ripidissimo, il sentiero “ufficiale” sale “leggermente” più “dolce” a zig-zag, ma quello della Skyrace ovviamente taglia dritto per dritto senza fare sconti o calcoli di pendenze medie.
Come un esercito di formiche aggrappati ai nostri bastoncini in fila indiana proseguiamo la salita. Il Pavillon (stazione intermedia della Skyway e sede del ristoro intermedio) ora si vede chiaramente alla nostra destra, ancora poche centinaia di metri e ci siamo. Qui trovo mia moglie che è salita prima della partenza della gara seguendo il nostro stesso sentiero, mi scatta qualche foto, io le consegno le bacchette, il cappello e gli occhiali, resi inservibili dalla sudorazione esorbitante! Riempio le borracce al ristoro, raggiungo il deposito caschi dove un tappeto lungo decine di metri è stato riempito di caschi in ordine di pettorale e trovo velocemente il mio.
Riparto alla volta di Punta Helbronner.
Mi rendo subito conto di aver commesso un errore, il prossimo checkpoint dove l’organizzazione ritira i bastoncini è al pilone alto, io mi aspettavo di trovarlo a pochi metri dal Pavillon, per questo ho dato i bastoncini a mia moglie, ma nella realtà si trova quasi un km dopo e molti metri di dislivello piu a monte, e nel mezzo un altro pratone ripidissimo nel quale i bastoncini mi avrebbero fatto dannatamente comodo! Faccio spallucce e proseguo arrancando, tanto è inutile piangere sul latte versato.
INIZIA LA SCALATA
Raggiunto pilone alto la musica cambia radicalmente, si posano i bastoncini e si inizia a salire su un tratto di cresta rocciosa attrezzata con corde e catene. Ripidissimo ma non eccessivamente tecnico – ogni pochi metri comunque sono posizionati i volontari del soccorso alpino pronti ad aiutare e suggerire i passaggi migliori per poter proseguire. Questa è di gran lunga la parte più suggestiva, spettacolare ed avventurosa del percorso.
Dietro di noi il meraviglioso e luccicante Pavillon, piu sotto la valle di Courmayeur, e proprio sopra di noi Punta Helbronner e i Rifugio Torino Vecchio e Nuovo.
Giunti al rifugio Torino si sale una scaletta e pioli e si percorre la balconata fino al Nuovo, dopodiché ultimo strappo sulla cresta roccioso per raggiungere l’arrivo della Skyway, altra scala a pioli fino a raggiungere il parapetto, questo è il momento più emozionante, si mettono i piedi sulla terrazza più bassa, sei entra nella struttura e guidati dai volontari si salgono 4 rampe di scale fino a raggiungere la terrazza più alta.
L’ARRIVO
Fisicamente sto benissimo, non ho forzato e non patisco piu di tanto l’altitudine, percorro le scale correndo con un sorriso a 32 denti stampato in faccia, e finalmente ci siamo, spunto sulla terrazza panoramica della Skyway – 3450mt, davanti a me tutto lo spettacolo del massiccio del monte bianco e del ghiacciaio – il cronometro si ferma in 2ore e 43minuti.
Una emozione incredibile, arrivare qui, con le proprie gambe è impagabile!
Rientro subito all’interno perché i 6 gradi uniti al fatto che sono fradicio di sudore rischiano di assiderarmi nel giro di pochi minuti, recupero la sacca e il gilet di finisher, mi cambio e torno nuovamente sulla terrazza, questa volta per godermi con calma tutto lo spettacolo di questa funivia, definita da molti, a ragione, l’ottava meraviglia del mondo.
IL TERZO TEMPO
Ripreso fiato scendo con la Skyway fino al Pavillon dove si terranno le premiazioni e dove l’organizzazione rifocilla tutti con un ottimo e lauto pasto a base di Lasagne, Torta Verde, Pasta Fredda, Fontina e Birra, cosa chiedere di più?!
Terminato il pranzo decidiamo di riscendere a Courma dal sentiero per goderci ancora un po questa splendida giornata.
Che dire la gara è spettacolare, l’idea di raggiungere a piedi il cielo è fantastica, la giornata tersa ovviamente ha aiutato e l’organizzazione è stata a dir poco impeccabile. Impossibile trovare note stonate in un evento davvero al top!
Tornerò sicuramente il prossimo anno!
Alcune immagini scattate da me e altre dell’organizzazione:
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